Il quadro legislativo dell'efficienza energetica in edilizia

Il quadro dei provvedimenti europei, nazionali e regionali in materia di innovazione energetica e ambientale sottolineando l’importante ruolo svolto dall’Unione Europea attraverso Direttive e finanziamenti.
È merito delle Direttive europee se in Italia sono in vigore standard minimi di prestazione energetica per le nuove costruzioni e se si dispone di un quadro di obiettivi e strumenti di intervento relativi alla riqualificazione degli edifici esistenti. 
Il modo di progettare e di costruire risente, dunque, della spinta dell’Unione Europea e di quella dei comuni. Per quanto riguarda gli obiettivi Ue, oltre a quelli fissati dalla Direttiva Europea 31/2010 dove si definisce un’accelerazione ancora più forte nella transizione verso uno scenario nel quale il peso dei consumi energetici legati al settore delle costruzioni si dovrà ridurre significativamente grazie a un rapido miglioramento degli standard e a una fortissima integrazione delle fonti rinnovabili, arrivano quelli della Direttiva 27/2012 che fissa regole e obiettivi per l’efficienza energetica negli edifici esistenti al 2020. Senza dimenticare che dal primo gennaio 2021 sarà possibile costruire nuovi edifici solo se “near zero energy”, ossia capaci di garantire prestazioni dell’involucro tali da permettere di fare a meno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure di riuscire a soddisfarli attraverso fonti rinnovabili. Il livello di queste prestazioni crescerà nei prossimi anni, con scadenze già fissate, ma diverse regioni italiane non sembrano essere preoccupate. Ad esempio le Regioni Lombardia e Emilia-Romagna hanno anticipato l’entrata in vigore dei limiti del Decreto per gli edifici pubblici. Un segnale che lascia ben sperare per il futuro. Per quanto riguarda il quadro della normativa in vigore in Italia, tra i vari decreti lo studio ricorda il Decreto Rinnovabili, entrato in vigore nel giugno 2012, che stabilisce che in tutto il territorio nazionale i nuovi edifici, e quelli in ristrutturazione, facciano ricorso obbligatoriamente all'energia rinnovabile almeno per il 50% dei consumi previsti per l'acqua calda sanitaria. Mentre sulla partita dell’efficienza energetica in edilizia, si segnalano positivi interventi normativi da parte delle Province Autonome di Trento e Bolzano, e delle Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria e Valle d’Aosta dove sono in vigore da tempo le norme che impongono un limite massimo alla trasmittanza termica delle pareti esterne e una percentuale minima di schermatura delle superficie vetrate. Infine, il 26 giugno 2015 sono stati approvati tre nuovi Decreti Legge riguardati l’efficienza energetica, in modo da correggere ed integrare le norme precedenti. 
Lo studio individua delle criticità, sottolinenando il fatto che il recepimento delle Direttive europee è ancora incompleto. Tra i provvedimenti da prendere il reinserimento della sanzione di nullità del contratto di locazione in caso di mancata allegazione dell’APE e l’approvazione del Piano di Riqualificazione del patrimonio edilizio. L’Italia nei primi mesi del 2015 è stata richiamata dall’UE in quanto sono state individuate almeno 35 carenze rispetto il recepimento delle direttive europee. Un intervento integrativo è avvenuto, quindi, nel luglio 2015, con delle disposizioni richieste dall’Unione, con la rettifica di alcune definizioni e precisazioni sulle modalità di calcolo dell’obiettivo nazionale vincolante di efficienza energetica. 
Rimane, inoltre, tra le criticità la grande difformità di realtà che riscontriamo sul territorio italiano, dovuta al fatto che le Regioni hanno un ruolo chiave nell’attuazione concreta di diversi provvedimenti in termini di efficienza energetica. Si trovano molte differenze rispetto il rendimento e l’efficienza energetica degli edifici, la presenza di controlli degli APE, i sistemi di certificazione energetica, l’utilizzo delle fonti rinnovabili, la presenza di controlli e sanzioni sulle certificazioni energetiche (per quanto dovrebbero essere obbligatori in tutto il territorio nazionale). 

Semplificare per innovare 
Quali sono allora quegli aspetti per cui una semplificazione permetterebbe un reale cambiamento in termini di innovazione? Secondo il rapporto di E-Lab, infatti, “la prospettiva di una riqualificazione sempre più diffusa del patrimonio edilizio, attraverso interventi di efficientamento energetico e adeguamento antisismico, passa per una semplificazione delle procedure di intervento”. 
Troviamo poi una serie di spunti in merito. Si parte con l’approvazione del decreto “Scia 2” che fa un passo in avanti in termini di semplificazione delle procedure, grazie ad alcune modifiche al Testo unico dell’edilizia che chiariscono quali lavori è possibile realizzare in regime di edilizia libera o con SCIA. 
Altro elemento di semplificazione è stato il D.Lgs. n.102/2014 che ha introdotto il “bonus cubatura”. Gli edifici devono raggiungere una riduzione del 20% dell’indice di prestazione energetica attraverso lo spessore delle murature esterne. 
Il Decreto Sblocca Italia apporta novità positive per le fonti rinnovabili, poichè ha inserito l’installazione di pompe di calore per la produzione di aria o acqua calda sanitaria con potenza inferiore a 12 kWt tra le attività edilizie totalmente libere. Nel 2015, inoltre, è stato ridotto l’iter per la realizzazione, la connessione e l’esercizio degli impianti fotovoltaici fino a 20 kWp aderenti o integrati nei tetti degli edifici. 
Ci sono poi alcuni casi regionali specifici di buone pratiche di semplificazione: in Lombardia e in Piemonte, ad esempio, si è favorita la presentazione dei progetti per via telematica; mentre in Emilia-Romagna si parla di interventi di ristrutturazione anche quando avviene la demolizione e la ricostruzione con la stessa volumetria. In generale, comunque, tra le cose da fare si possono riassumere alcuni concetti già accennati. Il processo di semplificazione deve sicuramente riguardare gli interventi di retrofit energetico degli interi edifici, si devono chiarire le regole e spingere gli interventi di efficienza energetica e di installazione di fonti rinnovabili. Si dovrebbe, poi, offrire maggior chiarezza rispetto l’utilizzo di materiali e aggregati provenienti dal riciclo di inerti derivati da opere di costruzione e demolizione per tutti gli interventi edilizi nelle costruzioni, così come dovrebbe essere prevista una contabilità dei materiali utilizzati e da riutilizzare in ciascun cantiere. Ultima riflessione riguarda la possibilità di coinvolgere i diversi Ministeri competenti per creare un portale on-line per le autorizzazioni, che sia utilizzabile e replicabile da parte dei Comuni, per consentire ai cittadini di individuare gli interventi per l’efficienza energetica che prevedono autorizzazioni, che dovrebbero essere poi gestite completamente sul portale. 

Temi e parametri di sostenibilità. Analisi dei Regolamenti Edilizi Comunali 
EFFICIENZA ENERGETICA 
• Isolamento termico: affrontato da 1.038 Comuni, la richiesta più diffusa è quella di rispettare gli obblighi previsti dalle Linee Guida Nazionali. Uno dei limiti di trasmittanza più bassa è quello di Malnate (VA). 
• Isolamento acustico: previsto nei regolamenti di 405 comuni, di cui 322 prevedono un limite preciso per le emissioni acustiche da dover rispettare che richiama quello nazionale. In 52 Comuni sono previsti incentivi qualora si raggiungano livelli di isolamento migliori rispetto quelli obbligatori. I migliori Comuni in questo settore sono in provincia di Como. 
• Serramenti: sono 653 i comuni che affrontano in maniera specifica le prestazioni dei serramenti. Nella maggior parte di questi (606 Comuni) viene richiamato l’obbligo di rispettare i valori di trasmittanza per fascia climatica. In 192 Comuni si incentivano prestazioni che superano il livello base. I migliori Comuni si trovano nella provincia di Bergamo. 
• Tetti verdi: sono 446 i regolamenti che affrontano l’argomento. In 406 Comuni si citano solo facendone promozione mentre in 31 Comuni si incentiva questa pratica. Tra i migliori Comuni troviamo Pavia, che obbliga la realizzazione di almeno il 50% delle coperture a verde negli edifici industriali o del terziario. 
• Orientamento e Schermatura: sono 652 i regolamenti che offrono indicazioni riguardo il corretto orientamento degli edifici, mentre la schermatura dal sole si trova in 643 Comuni. in 447 Comuni i due requisiti sono obbligatori contemporaneamente e prevedono una percentuale variabile di oscuramento sulle vetrate e l’orientamento lungo l’asse sud-est/sud-ovest. Tra i migliori Bergamo, Collegno (TO), Sarsina (FC) e Vigonovo (VE). 
• Pompe di calore e caldaie a condensazione: la pompa di calore viene citata in 306 comuni come intervento tecnologico per migliorare l’efficienza della climatizzazione dell’edificio. In 25 Comuni si obbliga l’installazione (in alternativa alle rinnovabili) e in 264 si fa promozione. Sono invece 295 i Comuni che inseriscono il parametro delle caldaie a condensazione, obbligatorie nei casi di nuove costruzioni o di sostituzione degli impianti di riscaldamento. 
• Contabilizzazione individuale del calore: sono 442 i Comuni che se ne occupano con impianti centralizzati di produzione. 391 sono quelli che ne fanno un requisito cogente per i nuovi edifici o in caso di sostituzione del sistema di produzione del calore. In Lombardia è obbligatorio ormai da anni. 
• Ventilazione meccanica: prevista in 460 Comuni, con obbligo in caso di nuovi edifici e grandi ristrutturazioni in 122 R.E. Uno dei migliori esempi è Casirate d’Adda (BG), con obbligo per tutti gli edifici pubblici e indicazione facoltativa per quelli residenziali. 
• Teleriscaldamento: viene affrontato da 349 Comuni, di cui in 235 l’allaccio, se prevede un a rete entro 1.000 metri, è obbligatorio. 

FONTI RINNOVABILI 
• Solare Termico e Fotovoltaico: il tema rinnovabili è tra i più trattati e sono 1.037 i Comuni che introducono norme sul fotovoltaico e 994 quelli sul solare termico. Sui pannelli fotovoltaici prevale l’obbligo di installare 1kW e in 293 Comuni si richiama l’obbligo nazionale previsto dal Decreto 28/2011. Tra i migliori troviamo Grosseto, dove il 50% della produzione di ACS deve essere soddisfatta tramite solare, ma si incentiva una quota dell’80%. 
• Mini idroelettrico, minieolico e biomasse: sono 316 i Comuni che citano in maniera non obbligatoria il ricorso ad altre fonti rinnovabili. Per le biomasse si fa promozione in 176 Comuni, per l’eolico in 74 e per il mini-idroelettrico in 29. Nei restanti casi la promozione è generica. 

RISPARMIO IDRICO 
• Permeabilità dei suoli: sono 298 i Comuni che affrontano l’argomento. Non esistono norme diffuse in tutti i Comuni ma la grande maggioranza di essi da indicazioni sulla % di un lotto edificabile che deve essere lasciata a verde o permeabile. Le 3 eccellenze individuate sono Scandiano (RE), Bolzano e Mortara (PV). 
• Risparmio idrico: sono 747 i Comuni che inseriscono il tema e in molti casi (669) sono incentivate azioni come cassette wc a doppio scarico e riduttori di flusso. 
• Recupero delle acque meteoriche: tema presente in 717 Comuni e in 566 il requisito è obbligatorio ma riguarda solo abitazioni con aree in cui è possibile riutilizzare l’acqua. Uno dei migliori esempi si trova a Contursi Terme (SA). 
• Recupero delle acque grigie: sono 254 i R.E. che includono il tema e di questi 46 ne fanno un requisito cogente, per una percentuale precisa del totale di acque grigie prodotte, sia nel caso di nuova costruzione che di ristrutturazione. In 35 casi sono previsti incentivi. Tra i migliori il Comune di Bellusco (MB). 
• Fitodepurazione: inizia ad essere una pratica diffusa nei Comuni più attenti al tema idrico e sono 117 quelli che ne parlano. In sei di questi il requisito è incentivato, mentre in 111 si effettua una promozione generica. 

INNOVAZIONE AMBIENTALE E TECNOLOGICA 
• Materiali locali e riciclabili: in 566 Comuni si obbliga e/o promuove l’uso di materiali da costruzione locali, naturali e riciclabili. In 63 Comuni si propongono incentivi per i materiali naturali e riciclati, mentre in 293 si parla di materiali locali. Nella maggioranza dei casi le indicazioni risultano però generiche e fanno riferimento all’aspetto legato alla tutela della salute grazie all’uso di materiali eco-compatibili. 
• Raccolta differenziate, piste ciclabili e ricariche elettriche: si segnalano alcune esperienze locali che promuovono queste pratiche. Sono 24 i Comuni che inseriscono il requisito della raccolta differenziata e in 3 si prevedono incentivi. 

CERTIFICAZIONE ENERGETICA 
Sono 627 i Comuni che sottolineano nel proprio R.E. l’obbligatorietà della certificazione energetica per gli edifici. Sono 82 quelli che prescrivono per i nuovi edifici e le ristrutturazioni che si raggiunga minimo la classe B, 52 in Lombardia, 11 in Trentino Alto Adige, 5 in Friuli Venezia Giulia, 4 in Veneto, 2 nelle Marche e nel Lazio, 1 in Puglia, in Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia e Campania.
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