“Patrimonio Culturale in classe A”: sinergia MiBACT ed ENEA per l’efficienza energetica
250 milioni di euro: tanto costano all’anno i beni culturali italiani. Il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo e l’ENEA presentano la campagna nazionale per l’efficientamento energetico dell’edilizia storica e monumentale. Cospicuo il potenziale economico ma anche sociale del progetto.
Il settore dei beni culturali è tra i più estesi ed “energivori” dell’intera P.A.: gestisce oltre 3.000 musei, palazzi storici, monumenti e aree archeologiche. La bolletta energetica annuale del MiBACT (Ministro dei Beni Culturali e del Turismo) è di circa 250 milioni di euro, con consumi in salita del 50% rispetto agli anni ’80.
A gravare maggiormente su questo fabbisogno energetico sono quattro servizi essenziali: illuminazione, climatizzazione, sicurezza e ICT, internet e reti wireless in primis. Per alcuni musei le spese energetiche giungono persino al 70% del bilancio complessivo.
Negli ultimi tre anni il MiBACT ha investito sensibilmente sul patrimonio culturale: gli investimenti sono passati da 40 milioni a oltre 2 miliardi di euro. I risultati in termini di pubblico e introiti non si sono fatti attendere. Proprio in questa contingenza, è più evidente che mai che investire sul patrimonio culturale obbliga contestualmente a ridurre i consumi.
Per arginare il problema, nel 2016 il Ministro Dario Franceschini ha siglato “Patrimonio Culturale in classe A”, un protocollo d’intesa di validità triennale, insieme a Federico Testa, presidente dell’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. L’Agenzia è istituzionalmente preposta a supportare a livello tecnico-scientifico l'attuazione di politiche governative in tema di riqualificazione ed efficientamento energetico e sostenibilità ambientale.
Attraverso collaborazioni con enti regionali e università statali, questa sinergia mira a ridurre i consumi degli edifici di pregio artistico e storico.
Ottimizzare i consumi energetici libererà poi risorse economiche da reinvestire nella valorizzazione e riqualificazione dei beni culturali: un comfort ambientale ottimale coincide con una migliore conservazione e fruizione delle opere.
Ciò che però rende di ben più vasto respiro il progetto intrapreso è la consapevolezza che il risparmio nel settore ha un enorme potenziale economico e sociale. Il risparmio può tramutarsi in uno straordinario volano per la nostra economia e comporterà ricadute positive su occupazione, urbanizzazione e digitalizzazione. Non da ultimo, curare gli sprechi significa curarsi del clima e del territorio nella sua accezione più ampia.
L’efficienza energetica è insomma un asset strategico della politica e dell’economia nazionali, soprattutto perché, ampliando lo sguardo, il settore dei beni culturali produce il 9% del PIL europeo e conta 18 milioni di impiegati.
Le attività previste da “Patrimonio Culturale in classe A”
Il protocollo prevede di agire sia sul risparmio energetico sia sul versante dell’antisismica e dell’ecologia. Gli interventi concreti di tutela ed efficientamento energetico si coniugheranno poi con un’attività di formazione teorica e ricerca scientifica. Per tutto ciò, l’ENEA metterà a disposizione personale esperto e infrastrutture: centri di ricerca, laboratori e strumentazioni all’avanguardia.
A livello di efficienza energetica, il personale dell’ENEA effettuerà dapprima check-up per valutare l’impronta energetica degli edifici storici. L’intento, come detto, è di intervenire, riprogettandoli, su sicurezza, sistemi ICT, ma soprattutto illuminazione, climatizzazione. Per queste ultime, massima sarà l’attenzione da un lato per lo Smart lighting e le lampade a LED e dall’altro per l’utilizzo di fonti rinnovabili e le tecnologie green.
Per esempio, il cosiddetto fotovoltaico “invisibile” – una pellicola integrabile nel complesso architettonico e paesaggistico – potrebbe sfruttare l’elevato irraggiamento solare negli oltre 1.600 ettari di aree archeologiche, di cui l’80% al Centro-Sud. Enea stima di abbattere così fino al 30% i consumi per la climatizzazione e addirittura fino al 40% quelli per l’illuminazione.
Sul versante della formazione, oltre alla teoria in aula, MiBACT ed ENEA attiveranno un laboratorio congiunto per la sostenibilità ambientale applicata al patrimonio culturale. Di pari rilevanza saranno le azioni di sensibilizzazione dei dipendenti del MiBACT, nonché dello stesso pubblico fruitore dei luoghi d’arte.
La collaborazione con gli enti locali propizierà il successo delle iniziative. Secondo i tecnici ENEA, tali attività produrranno un’ulteriore contrazione dei consumi dell’8%.
Per antisismica ed ecologia, invece, ENEA attraverso sistemi non invasivi valuterà la vulnerabilità delle strutture architettoniche e delle opere d’arte, sia in esposizione sia nel trasporto. Si stimerà anche l’impatto sui monumenti dell’inquinamento atmosferico e della variazione climatica, utilizzando modelli informatici.
Va da sé che la scarsità di risorse pubbliche è il principale ostacolo all’auspicata riqualificazione energetica dell’edilizia storica e monumentale. Nel protocollo non si è mancato dunque di affrontare il punto dolente: ENEA aiuterà il MiBACT anche in tal senso, per individuare opportune forme di finanziamento e incentivazione. Lo sguardo sarà rivolto in tutte le direzioni: non si pensa unicamente ai tradizionali finanziamenti tramite terzi e ai fondi nazionali ed europei, ma si farà leva anche su società specializzate in interventi di efficienza energetica (ESCo) e sul Partenariato Pubblico-Privato (PPT).
Non saranno trascurate le opportunità che derivano dall’Energy Performance Contract, il Conto Termico 2.0 e l’Ecobonus del 65%, nonché le gare Consip, grazie alla quali intervenire sui costi dei musei per i servizi.
Il contesto italiano ed europeo
Il protocollo si inserisce in un contesto articolato. Nel luglio del 2014, il decreto legislativo 102/2014, recependo la Direttiva 2012/27/UE, dà il via al Piano Triennale di informazione e formazione sull’efficienza energetica. Nel dicembre dello stesso anno, il Ministro Franceschini firma il cosiddetto “decreto musei”, riformando l’intero sistema museale. Tra le varie novità, quella che più si interseca con “Patrimonio Culturale in classe A” è senza dubbio l’introduzione del bilancio in ogni singolo museo: le spese, ora monitorate nel dettaglio, possono essere calibrate al meglio.
Nello stesso ambito, il Ministero dello Sviluppo Economico ed ENEA promuovono “Italia in classe A”, una campagna nazionale di comunicazione sull’Efficienza Energetica e rivolta alla P.A., alle piccole e medie imprese (PMI), alle banche, oltre che alle famiglie e agli studenti.
Nel primo anno della campagna, l’attenzione sarà dedicata alla P.A.: gli oltre 13.000 edifici pubblici consumano circa 4,3 TWh di energia/anno, con una spesa complessiva di 644 milioni di euro.
Nel 2016 MiBACT ed ENEA hanno infine annunciato “Patrimonio Culturale in classe A”, come specifica declinazione sul patrimonio culturale di “Italia in classe A”. La campagna ha preso ufficialmente il via a Roma, presso il MiBACT, il 10 maggio 2017 con l’evento di pubblicizzazione “#patrimonioculturaleinclassea”. Gli invitati sono stati i futuri decision maker destinatari del progetto, rappresentanti cioè Musei, Biblioteche, Archivi, Aree archeologiche, Scuole, Università.
Ad oggi, il protocollo non ha ancora avuto ricadute concrete, a differenza di paralleli interventi già effettuati dall’ENEA, come le diagnosi energetiche effettuate a Palazzo Montecitorio, Palazzo San Macuto e al Policlinico militare del Celio a Roma (in collaborazione con il Ministero della Difesa).
Tuttavia è già stato individuato un primo museo dove sperimentare l’efficacia dell’accordo: si tratterebbe della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la quale, con i suoi ampi ambienti, sconta una bolletta energetica cronicamente elevata.
“Patrimonio Culturale in classe A” costituirà infine il contributo italiano all’iniziativa della UE ‘2018 Anno europeo del Patrimonio Culturale’.