Risparmio energetico e ecosostenibilità: nuovi scenari
Si parla di risparmio energetico quando ci riferiamo a quell’insieme di processi e interventi che ci permettono di ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgimento delle attività. I prodotti ad alto tasso di tecnologia come i sistemi per il risparmio energetico trovano oggi ampio spazio nella proposta commerciale delle rivendite. Elevate marginalità e una logistica di facile gestione, a fronte della necessità di maturare competenze tecniche particolarmente spiccate.
Con risparmio energetico si intende anche il risparmio di fonti energetiche fossili. Le stesse fonti rinnovabili possono essere considerate un mezzo di risparmio energetico: il loro utilizzo riduce infatti il consumo di fonti energetiche altrimenti utilizzabili. Le strategie per ottenere risparmio energetico infatti mirano all’utilizzo di materiali provenienti da fonti di energia rinnovabile che consentano di ridurre i consumi di energia e di dispersione termica degli edifici, nonché per assolvere a una questione etica di salvaguardia delle risorse disponibili, in modo da renderle accessibili a tutti in maniera equilibrata.
La valutazione del risparmio energetico viene solitamente da una diagnosi energetica che evidenzia i consumi dell'organizzazione e individua le possibilità di conseguire interventi di aumento di efficienza energetica.
La maggior parte degli edifici esistenti è caratterizzata da consumi termici spesso elevati, sia a causa delle dispersioni di calore per trasmissione attraverso le pareti esterne, la superficie del tetto, il pavimento e le finestre, sia per le perdite di calore dovute ad una ventilazione non controllabile attraverso le fessure dell’involucro o per l’esistenza di ponti termici nella struttura.
La normativa
In materia di efficienza energetica la Comunità Europea indica la strada da percorrere ai Paesi membri attraverso la direttiva 2002/91/CE “Rendimento energetico nell’edilizia” e la direttiva 2006/32/CE “Efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici”. Sono stati pubblicati diversi decreti legislativi (abbreviati DLgs) e per ultimo il DPR 59/09, ovvero il Decreto del Presidente della Repubblica del 2 aprile 2009 n.59 entrato in vigore il 25 Giugno 2009. L’Italia recepisce i contenuti della direttiva 2002/91/CE con la pubblicazione del DLgs 192/2005, entrato in vigore l’8 ottobre 2005.
Il contenuto di questo decreto è stato poi modificato e integrato dal DLgs 311/06 “Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19/8/05 n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia” che entra in vigore il 2 Febbraio 2007. Il DPR 59/09, pubblicato in G.U il 10 Giugno 2009, è il primo di questi decreti in attuazione al punto 1 e 2 sopra citati. Il decreto introduce un nuovo quadro di disposizioni obbligatorie a partire dal 25 Giugno 2009 in sostituzione alle indicazioni “transitorie” dell’Allegato I del DLgs192/05.
Le Linee Guida Nazionali (abbreviate LGN) per la certificazione energetica sono contenute nel DM 26/06/2009 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 luglio 2009 e in vigore dal 25 luglio 2009. Il decreto si compone di 8 articoli e di 2 allegati: le Linee Guida Nazionali per la certificazione energetica sono contenute nell’Allegato A (e sono suddivise a loro volta in 7 allegati), mentre nell’Allegato B sono elencate e aggiornate le norme tecniche di riferimento che erano contenute nell’Allegato M del DLgs 192/05. A decorrere dal 1 gennaio 2007 l’attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessata è necessario per accedere alle agevolazioni fiscali.
L’attestato di certificazione energetica ha una validità di 10 anni e deve essere aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione che modifichi le prestazioni energetiche dell’edificio o impianto. Inoltre dal 1 gennaio 2007 tutti i contratti di gestione degli impianti termici o di climatizzazione di edifici pubblici devono prevedere la predisposizione dell’attestato di certificazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare interessata entro i primi 6 mesi di vigenza contrattuale con esposizione al pubblico della targa energetica.
La certificazione energetica è un documento riconosciuto e rilasciato da professionista abilitato e accreditato, in cui è riportato il valore di calcolo del Fabbisogno Energetico Convenzionale, ossia del “rendimento energetico di un edificio” (come da direttiva 2002/91/CE). I valori riportati nell’attestato di certificazione devono consentire al consumatore di raffrontare e valutare il consumo energetico dell’edificio.
Prodotti e tecnologie: isolanti ed energie alternative
Un edificio sostenibile è il risultato di un progetto architettonico omogeneo, in cui convergano aspetti formali e costruttivi, unitariamente orientati. La buona pratica impone di agire dove il consumo è massimo, vale a dire sul riscaldamento e sul raffrescamento. Per ridurre il fabbisogno di queste due funzioni è necessario prima di tutto isolare al meglio gli edifici. Per limitare la trasmissione del calore attraverso i componenti dell’involucro edilizio, abbattendo gli apporti solari estivi indesiderati e le dispersioni termiche invernali, occorre agire sulla scelta dei materiali di tamponatura perimetrale, la scelta di serramenti esterni, che garantiscano dispersioni contenute sia dal punto di vista conduttivo che da quello della tenuta all’aria. Importante anche la realizzazione di tetti ventilati e l’uso di barriere anti-radianti, così come evitare e limitare i ponti termici strutturali e di forma.
La massa termica dell’edificio costituisce un elemento non trascurabile nella determinazione dei fabbisogni energetici. Anche in questo caso la possibilità di sfruttare l’inerzia delle pareti e degli elementi strutturali per ottenere risparmi energetici può essere valutata con modelli di simulazione anche al fine di ottimizzare la disposizione dei materiali isolanti. Per quanto riguarda invece le fonti di energia alternativa prima di tutto viene il fotovoltaico, poi il solare termico: queste le due tecnologie prioritarie che le rivendite edili più attente sanno di dover affrontare, in tempi brevi. Il ragionamento è chiaro: i pannelli per queste due applicazioni vengono quasi sempre posti sul tetto delle costruzioni e sono diventati parte integrante nelle stesse coperture.
Non si possono dunque vendere coppi o tegole ignorando che il mercato nel suo complesso sta evolvendo verso un’idea di edificio a basso impatto ambientale sia sotto il profilo strutturale che impiantistico, e l’impresa di costruzioni chiede al suo referente commerciale risposte a tutto tondo. È su tutto questo che, al momento, ci si sta concentrando con maggiore energia. In questo momento per le rivendite edili quello degli impianti legati al risparmio energetico è vissuto più come un servizio che come un business. Si ritiene infatti che le imprese si attendano proprio dai loro fornitori prioritari risposte esaustive e concrete, nonché supporti operativi, in materia di fotovoltaico e solare termico.
Ed effettivamente questi sistemi ormai integrati nelle coperture, rappresentano di fatto una naturale evoluzione dell’offerta e della professionalità di tutti gli anelli della filiera. Solo in seconda battuta arriva l’idea di affrontare altri aspetti degli impianti per il risparmio energetico, come ad esempio il riscaldamento a pavimento, le caldaie ad alto rendimento, piuttosto che i sistemi di climatizzazione a basso consumo e così via. Insomma la tendenza è di procedere un passo alla volta, partendo da ciò che è più urgente per poi man mano approfondire anche tutte le ulteriori opportunità evolutive. Anche perché in realtà, in questo momento la maggior parte dei rivenditori edili che hanno affrontato la questione pensano all’impiantistica per il risparmio energetico come un servizio alla clientela, più che come business. Come necessità di soddisfare giuste aspettative della clientela, più che come opportunità di guadagni considerevoli.
Un presidio di quote di mercato insomma, piuttosto che un’apertura immediata a interessanti, ma anche incerte, avventure commerciali. Una novità che si deve affrontare, per non perdere il treno, ma che ancora non è chiaro dove possa concretamente portare.