L’isolamento a cappotto
Ottimizza la prestazione termica, protegge dagli agenti atmosferici, assottiglia le bollette per riscaldamento e raffrescamento, aumenta il comfort abitativo, riduce le emissioni inquinanti in atmosfera. Ecco tutte le virtù di un isolamento ritagliato “su misura” per le facciate di edifici nuovi o da riqualificare. A una condizione: che sia realizzato a regola d’arte.
L’aumento del costo dei combustibili e le sempre maggiori preoccupazioni per l'inquinamento atmosferico hanno prodotto anche un mutamento culturale generalizzato, rendendo centrale il tema dell'efficienza e dell’efficientamento energetico degli edifici.
Per salvaguardare l'ambiente, risparmiare energia e garantire un comfort abitativo ottimale, non si può più prescindere da un corretto isolamento termico. Il “cappotto” (precisamente “isolamento termico dall’esterno, per pareti verticali, con intonaco sottile su isolante”), ideato oltre 30 anni fa e via via affinato, è ormai la soluzione per eccellenza in Europa per la coibentazione degli edifici civili, industriali, di servizio, nuovi o preesistenti.
La tecnica applicativa del “cappotto” ha avuto uno sviluppo non esente da problemi, superati tuttavia grazie a uno spiccato miglioramento dei materiali e dei suoi componenti costitutivi, nonché delle tecniche esecutive di posa. Proprio un’applicazione a regola d’arte, non “artigianale”, è vitale per evitare che l’intervento sia vulnerabile.
Per esempio, il mancato o errato utilizzo dell'armatura provoca fessurazioni dell'intonaco e quindi infiltrazioni di acqua piovana. L'assenza di rinforzi negli spigoli comporta fessurazioni dell'intonaco prodotte dalla ridotta capacità a resistere alle dilatazioni indotte dalle variazioni di temperatura stagionali e giornaliere. Un'insufficiente resistenza meccanica del sistema causa danni da urti all'intonaco a vista. Infine, un'eccessiva permeabilità all'acqua dell'intonaco conduce alla formazione di bolle e infiltrazioni della pioggia.
La corretta realizzazione è però oggi ormai ben codificata, grazie a un'importante divulgazione di aziende produttrici e associazioni, su tutte Cortexa, il consorzio che riunisce alcuni fra i principali fornitori di sistemi a cappotto.
L’installazione del sistema è semplice e le attrezzature necessarie sono quelle usualmente richieste per l’applicazione degli intonaci tradizionali. È vitale tuttavia una scrupolosa osservazione della sequenza di montaggio, con il rispetto di grammature, tempi e modi. Entriamo nel dettaglio.
I componenti dell’isolamento
Quello che nel linguaggio corrente in edilizia è chiamato "isolamento a cappotto" è una tecnica collaudata in Europa oltre 40 anni fa, per isolare termicamente gli edifici di qualsiasi tipologia. Il sistema è costituito da vari elementi che devono essere tra di loro compatibili e che assolvono ciascuno funzioni definite.
I componenti possono essere così schematizzati:
• supporto portante: in laterizio, calcestruzzo o altro materiale, assolve alla funzione portante dal punto di vista statico;
• malta adesiva: assicura l'adesione del pannello isolante al supporto, con o senza l'ausilio di elementi di fissaggio meccanici;
• pannello isolante: dà alla struttura il grado di isolamento termico desiderato, rappresentato dalla sua trasmittanza U (W/m2K). I coibenti più impiegati, sia pure in percentuali molto diverse, sono pannelli in: polistirene espanso sinterizzato o estruso; lana di vetro o di roccia a fibre normali o orientate; poliuretano espanso; sughero espanso; fibre di legno agglomerate;
• elementi di fissaggio meccanico: ancorano i pannelli isolanti ai differenti supporti portanti;
• malta rasante: insieme alla rete di armatura, costituisce lo strato sottile di intonaco armato del sistema;
• rivestimento di finitura: con sottostante primer, fornisce l'aspetto estetico desiderato e assicura la la resistenza agli agenti atmosferici esterni.
La progettazione del sistema
In fase di progetto, occorre valutare molteplici presupposti.
Il sistema a cappotto previsto deve essere idoneo dal punto di vista termico e della permeabilità al vapore. Deve rispettare i regolamenti edilizi vigenti e le prescrizioni antincendio.
Occorre una precisa progettazione di raccordi, chiusure, attraversamenti e altri dettagli, in modo da garantire un'esecuzione a tenuta di pioggia battente e resistente nel tempo. Estrema attenzione deve essere posta all'eliminazione di eventuali ponti termici che potrebbero pregiudicare l'efficienza complessiva del sistema. Infine, il dimensionamento dei fissaggi deve tenere conto delle caratteristiche topografiche dell'area e della spinta del vento.
Il progetto del cantiere
Oltre a prevedere un adeguato spazio protetto per il deposito di tutti i componenti del sistema, è necessario tenere a mente una serie di variabili che possono influenzare negativamente la posa. In particolare, durante l'intero processo di lavorazione, di asciugatura e indurimento, la temperatura atmosferica, del materiale da applicare e del supporto su cui applicarlo, deve essere di almeno +5° (+ 7°C per intonaci a base di silicati). Anche il vento, l'irraggiamento solare diretto e temperature superiori ai 30°C compromettono la posa, tanto che, in tali situazioni, le superfici di posa possono essere riparate con reti o teloni. Altro fattore importante è la temperatura dell'acqua d'impasto di malte e intonaci, che deve essere sufficientemente fredda e non superare la temperatura di 30°C. Occorre valutare anche pioggia o nebbia, poiché possono influenzare la disidratazione e l'indurimento dei materiali.
Le verifiche sull’edificio
Dando per assunto che tutti i presupposti progettuali siano corretti, l'esecuzione del sistema parte con alcune verifiche essenziali. Le facciate su cui saranno posati i pannelli devono essere orizzontalmente e verticalmente planari, senza fuori spessore oltre le tolleranze ammesse.
Le parti visibili, inclusi gli intradossi che si sono formati con la posa dei pannelli come i raccordi superiori e inferiori, devono essere provvisti di un intonaco armato con rete se non sono protetti da profili adeguati. Lo strato d’isolamento termico deve inoltre essere protetto sia dall'umidificazione diretta, sia da insetti e roditori.
Tutti i raccordi alle finestre, alle porte e al tetto, cosi come tutti i componenti che perforano il cappotto (impianti parafulmine, tubi di scarico dell'acqua piovana, interruttori incassati, incluso il loro fissaggio) sono da eseguire con adeguati profili o nastri di guarnizione precompressi autoespansivi.
Va ricordato che le sigillature con sigillanti (acrilici e siliconici) non sono da considerare come raccordi durevolmente resistenti alla pioggia battente, ma richiedono una manutenzione ordinaria adeguata e regolare.
Da curare con particolare attenzione, perché potenzialmente molto vulnerabili, sono la zona per la zoccolatura e la zona a contatto con il terreno. La prima, in particolare, è la zona di una facciata soggetta a spruzzi d'acqua, sporcizia o danni meccanici. Essa inizia dalla quota superiore del terreno o della pavimentazione, ha un'altezza minima di 30 cm e richiede misure particolari rispetto alle altre superfici della facciata. L’acqua piovana, ad esempio, deve essere allontanata dalla facciata attraverso un letto drenante di ghiaia o uno strato d'interruzione in caso di acqua di risalita capillare; per pavimentazioni e lastricati invece va prevista un’adeguata pendenza adeguata verso l'esterno e un giunto costruttivo.
L'isolamento termico della zona a contatto con il terreno va applicato all'esterno della guaina impermeabile, e il cappotto deve essere protetto con un materiale resistente nel tempo. L’impermeabilizzazione deve quindi essere eseguita con un rasante denso, flessibile e resistente all'umidità, e va raccordata con la membrana.
Sopra il livello del terreno si applicano pannelli che non trasmettano l'umidità dal terreno. Una volta preparate come accennato le zone a contatto del terreno, la zoccolatura e i loro raccordi, è possibile procedere con la posa del sistema.
L'applicazione del collante
Una volta preparato, il collante per la posa dei pannelli isolanti può essere applicato a mano o a macchina. In questa fase occorre evitare che tra il pannello isolante e il supporto vi sia circolazione d'aria; il fissaggio deve essere uniforme al supporto stesso. L’applicazione del collante avviene secondo due modalità: o con il metodo a cordolo perimetrale e punti, o con il metodo a tutta superficie. Nel primo caso, si stende con la cazzuola una striscia perimetrale di collante larga almeno 5 cm, e al centro del pannello minimo altri tre punti di collante grandi quanto un palmo della mano. La quantità di collante deve essere comunque tale che lo spessore dello strato di collante assicuri la superficie di contatto minima richiesta, intorno al 40% del totale.
Nel metodo a tutta superficie, invece, il collante è steso con cazzuola dentata sull'intera superficie posteriore, o a strisce verticali in caso di applicazione a macchina. In entrambi i casi, i pannelli vanno applicati a collante fresco. Va ricordato inoltre che il metodo di applicazione del collante può essere influenzato anche dalla natura del pannello isolante. Nel caso di pannelli in EPS, per esempio, è da preferire il metodo a cordolo perimetrale e punti; per pannelli in lana di roccia sono invece utilizzabili entrambi i metodi sopra descritti. La superficie minima di contatto è in ogni caso da rispettare.
L'incollaggio dei pannelli
I pannelli isolanti, così preparati, vanno ora incollati a giunti strettamente accostati, sfalsati verticalmente, procedendo dal basso verso l’alto. La sfalsatura verticale dei giunti deve essere di almeno 25 cm; durante la posa va naturalmente verificato che i pannelli siano perfettamente piani e allineati. In linea di principio, tra un pannello e l'altro non devono esserci fughe; quelle dovute a tolleranze di misura o di applicazione, se superiori a 2 mm, vanno riempite in tutto lo spessore con strisce di materiale isolante o con una schiuma isolante a bassa densità.
In nessun caso, comunque, il collante si deve interporre tra i pannelli. In linea di massima sono da utilizzare solo pannelli interi; pezzi di pannello di larghezza comunque superiore ai 15 cm sono utilizzabili, mai però in corrispondenza degli spigoli, dove i pannelli vanno posati in modo alternato così da garantire una distribuzione delle tensioni. In ogni caso, se lo spessore dell'isolante è superiore a 25 cm, è consigliabile realizzare le giunzioni d'angolo con un collante speciale, per garantire un fissaggio resistente e duraturo.
I tagli dei pannelli devono essere eseguiti a regola d'arte ad angolo retto tramite seghe o taglierine a filo caldo; eventuali pannelli con imperfezioni come spigoli o angoli schiacciati vanno scartati. Le sporgenze dei pannelli in corrispondenza degli spigoli devono essere tagliate solo dopo almeno 2-3, a collante indurito.
La tassellatura dei pannelli
Il supporto deve garantire un'aderenza duratura con i pannelli isolanti attraverso il collante e l'eventuale tassellatura. Per i supporti intonacati e i supporti in calcestruzzo deteriorato è da prevedere sempre un fissaggio meccanico, che può avvenire con una tassellatura dei pannelli isolanti oltre al normale incollaggio.
E in ogni caso, sistemi cappotto con una massa superficiale del sistema (colla, isolante, strati superficiali di finitura) superiore a 30 kg/m2 e per edifici di altezza superiore ai 22 m devono sempre essere tassellati. Sono decisivi sia la scelta dei tasselli, – che devono essere idonei all'impiego e al supporto –, sia la loro collocazione.
L'altezza dell'edificio e il suo orientamento influiscono sulla quantità dei tasselli da utilizzare: questi, infatti, svolgono la loro funzione principale soprattutto in zone dove l'azione del vento può creare situazioni di depressione consistente. In funzione del carico del vento viene fissata la larghezza delle zone perimetrali su cui bisogna aumentare il numero dei tasselli; per tutti gli edifici e per tutti gli angoli tale larghezza deve essere di almeno 1 m. Sulla superficie sono da applicare almeno 4 - 6 tasselli/m2; nella zona perimetrale può essere necessario aumentare il numero fino a 12 tasselli/m2.
Quest'ultima quantità, come accennato, può essere dedotta in funzione del carico del vento, della topografia e dell'altezza dell'edificio. Definito il numero dei tasselli necessari, questi possono essere applicati secondo due schemi principali, “a T” o “a W”.
Nello schema “a T”, un tassello è posto al centro di ogni pannello e un altro a ogni incrocio dei giunti, soluzione consigliata in particolare per l'applicazione dei pannelli in polistirolo espanso. Lo schema “a W” è invece indicato per pannelli in lana di roccia e prevede che ogni pannello sia fissato con tre tasselli.
La rasatura
La scelta della rasatura dipende dalle richieste tecniche del sistema e dal materiale isolante. Se il sistema a cappotto esterno richiede uno strato d'intonaco di compensazione, prima di applicare l'intonaco di sottofondo, bisogna aspettare che la rasatura livellante si sia indurita. In corrispondenza di angoli di finestre e di porte sono comunque necessarie delle armature diagonali: esse vanno annegate nell'intonaco e fissate ai pannelli isolanti prima dell'applicazione della rasatura superficiale, cosicché il bordo della striscia di rete sia posto direttamente sull'angolo a ca. 45°.
Per quanto riguarda l'esecuzione di spigoli e angoli, fase particolarmente delicata, se sono impiegati profili con rete in fibra di vetro sovrapposta e angolari con rete, si deve applicare l'intonaco di sottofondo nella larghezza del fianco previsto di rete, in modo tale da poter annegare il profilo angolare e il fianco della rete. Il raccordo con la rete d'armatura superficiale va realizzato con una sovrapposizione di almeno 10 cm.
L’esecuzione di spigoli e angoli senza impiego di profili di rinforzo va invece eseguita in fase di applicazione della rasatura superficiale. In questo caso, si stende la rete di armatura su un lato per circa 20 cm oltre lo spigolo, e la si annega nel rasante, sovrapponendola per almeno 10 cm nelle giunzioni.
Sui pannelli isolanti preparati, il rasante può essere applicato a mano o a macchina. La rete d'armatura va applicata in fasce complete, preferibilmente verticali, dall'alto verso il basso, evitando raccordi non necessari. I giunti della rete devono essere eseguiti con una sovrapposizione di almeno 10 cm; la rete va annegata senza pieghe a metà rasatura, oppure nel terzo esterno dell'intonaco. La rasatura si applica con il metodo "fresco su fresco" per garantire la copertura necessaria di tutta la rete. Una seconda rasatura, eventualmente necessaria per coprire completamente la rete, va eseguita a primo strato indurito.
Il rivestimento
Dopo l'essiccamento e il trattamento previsto per il sistema di rasatura armata, se le condizioni atmosferiche lo permettono, è possibile applicare il rivestimento, tenendo ben presente il rischio, in caso di applicazione prematura, della comparsa di macchie o chiazze. In base al sistema di cappotto esterno, diversi sono i tipi di rivestimenti applicabili. Per esempio, lo spessore minimo è di 1,5 mm o di 2 mm se la struttura del rivestimento è rigata o graffiata. Per ottenere una struttura a frattazzo fine, invece, è necessaria una granulometria inferiore a 1,5 mm e l'applicazione a strati; ciò è consentito solo in zone limitate come contorni di finestre, bordi, piccole superfici, fasce marcapiano.
L’applicazione del rivestimento può avvenire a mano o a macchina, seguendo le indicazioni del produttore, in funzione del tipo di rivestimento. Gli spessori minimi indicati dal fabbricante devono essere in ogni caso rispettati.